lunedì 12 maggio 2008

Occupazione, il peso del Fisco

Occupazione. Fino a ieri il costo del lavoro era in testa alle preoccupazioni degli imprenditori, ma ieri il Rapporto Unioncamere 2008 ha definitivamente certificato per la prima volta il “sorpasso”: il primo ostacolo alle assunzioni, per le imprese italiane, oggi è l’eccessivo peso fiscale. I due anni del governo Prodi hanno dunque fatto il miracolo alla rovescia: l’oppressione tributaria è diventato il maggiore freno alle assunzioni e si conferma come punto dolente della mancata crescita dell’economia del Paese. Nei precedenti Rapporti le industrie chiedevano un minor costo del lavoro, ora indicano nel fisco il peggior nemico della spinta a creare nuovi posti di lavoro. Le imprese sarebbero disponibili ad assumere, ma denunciano tutta una serie di ostacoli alla libertà di intraprendere, tra i quali anche l’assenza di infrastrutture, la difficoltà di reperire personale formato, una burocrazia oppressiva e barocca.Però, con una percentuale che va dal 46 al 52 per cento, mettono sotto accusa in particolare la pressione fiscale. Nei precedenti rapporti, prima della cura Visco, quelle percentuali erano rispettivamente del 31% nel 2006 e del 38% nel 2007. Sono dati indiscutibili, che confermano come il governo Prodi abbia creato le condizioni grazie alle quali le imprese “dichiarano di essere intenzionate ad assumere ma solo in condizioni di contesto diverse, in primo luogo una minore pressione fiscale e un minor costo del lavoro”. Quest’ultimo aspetto preoccupa ancora gli imprenditori ma, come fanno notare il ricercato di Unioncamere, “va segnalato che, con riferimento alle previsione di assunzioni nel 2008, quest’ultimo fattore è sopravanzato per la prima volta da quello relativo al carico fiscale”.Il Rapporto poi smentisce perentoriamente gli avversari della legge Biagi, laddove segnala che le imprese sono intenzionate a “fidelizzare” i lavoratori con contratti a tempo indeterminato, anche se chiedono una migliore formazione. Chiedendo in cambio, tra l’altro, la disponibilità a orari più flessibili, oltre alla passione per l’attività scelta e precedenti esperienze specifiche. Pur in periodo di crisi economica, quasi il 30% delle imprese prevedono di assumere personale nel 2008. Un dato raccolto ancora imperante il governo Prodi. Il che la dice tutta su quanto non ha fatto e avrebbe potuto fare per sostenere la crescita del Paese. I primi provvedimenti del governo Berlusconi vanno incontro a queste esigenze e fanno ben sperare.

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