venerdì 25 settembre 2009

Rivalorizziamo i compendi militari


Insieme all’assessore al patrimonio Sandra Savino oggi ho incontrato il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, per chiudere il cerchio sui compendi militari, in territorio regionale, che ancora non sono stati alienati e non rientrano neppure nel secondo elenco di acquisizione, come da decreto legislativo del 2007.
Si tratta per lo piu’ di immobili di grosse dimensioni sui quali il Demanio Militare ha individuato un percorso di valorizzazione che non contempla la pura cessazione gratuita come per i compendi già alienati agli enti locali, ma contempla un percorso piu’ articolato. Per queste strutture, per lo piu’ di grandi dimensioni ed allocate in centri urbani - pertanto ritenute strategiche- il sottosegretario propone di seguire una schema generale che il Ministero della Difesa sta perfezionando con la regione Lombardia e che prevede la cessazione di aree demaniali attraverso la stipula di un accordo di Programma che contempli un utilizzo urbanistico dell’area. L’operazione di variante eseguita dall’ente locale consentirebbe allo Stato di recuperare parte del valore della struttura e, nel contempo, al soggetto interessato al trasferimento di proprietà verrebbe riconosciuto una quota parte stabilita in denaro o in terreno.
La manovra a piu’ soggetti risulterebbe strategica per rivalorizzare patrimoni immobiliari che altrimenti rischierebbero il degrado e dall’altra consentirebbe alla Regione, piuttosto che all’ente locale o a qualsiasi altro soggetto pubblico interessato, di non impegnare denaro proprio.
Crosetto, che per altro era mio compagno di “banco” alla Camera la scorsa legislatura, si è reso disponibile ad un prossimo incontro, successivo alla conclusione dell’iter di cessazione con la Regione Lombardia. Partiremo da quel documento per adattarlo alle necessità territoriali della nostra regione. E’ chiaro che a monte di ogni operazione ci deve essere l’interessamento dell’ente locale sul quale è allocato il bene, motivo per cui l’Assessore Savino si è proposta di incontrare gli amministratori dei Comuni che ospitano compendi che potrebbero esser ritenuti strategici. Penso alla Caserma Friuli di Udine, alla Cantore e Del Din di Tolmezzo, tanto per citarne alcuni esempi di ipotetica riconversione.
La visita al sottosegretario è stata dettata dalla necessità, a mio avviso, di salvaguardare il patrimonio immobiliare evitando che strutture un tempo “vive” cadano in un rapido degrado. E’ vero altresì che il difficile momento economico che stiamo vivendo non rende questo intervento prioritario nella scala di manovra degli amministratori locali, come avrebbe potuto accadere, al contrario, qualche anno fa. Eppure laddove si individua un percorso sostenibile, strutture capienti come ex caserme potrebbero svolgere un’utile funzione sociale a vantaggio delle comunità di appartenenza.

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