giovedì 7 febbraio 2008

La scelta di Berlusconi.

Il dubbio c’è, sarà presente ancora per poco ma esiste. Riguarda l’idea di correre da soli. Berlusconi sarebbe ad un bivio e sta profondamente meditando su che strada percorrere. Si perché se è vero che la maggioranza del Paese è stanco della sinistra e vuole dare fiducia al centro destra, è altrettanto vero che andare alle urne con un’alleanza formata da troppi piccoli partiti creerebbe un problema di governabilità non indifferente. Berlusconi è stanco di litigiosità che ha ben conosciuto quando è stato a Palazzo Chigi. Vuole che ci sia un’intesa profonda su pochi punti essenziali di un programma condiviso al cento per cento. Trovare questa armonia non è cosa semplice ma si può fare. Dopotutto Fi, An, Lega e Udc sono insieme dal 1994 e rappresentano comunque una coalizione che, nonostante alcune problematiche, è riuscita a governare per tutta la XIV legislatura (dal 2001 al 2006). Ma il problema serio di queste ore riguarda i piccoli partiti che sono nell’area del centro destra. Mi riferisco a Rotondi, a Storace, a Mastella che con ogni probabilità sabato deciderà di andare con Berlusconi (anche perché non avrebbe alcuna altra possibilità), al Partito dei Pensionati, e a Dini. Questi partiti rappresentano certamente un problema. Si era parlato di riunirli sotto un unico simbolo da aggiungere ai quattro storici della Cdl. Non credo a questa ipotesi, sarebbe impossibile riunire sotto lo stesso simbolo Storace e Mastella, mi sembra fantapolitica. Ed ecco allora che vista la corsa solitaria del Pd anche Berlusconi potrebbe essere tentato di fare altrettanto. Ritengo l’idea di Veltroni di non fare alleanze dettata dalla necessità di non presentarsi nella stessa coalizione che ha gestito un pessimo Governo e quindi è una soluzione disperata, inevitabile. Berlusconi, invece, non ha questo problema ecco perché la sua scelta è enormemente più rischiosa.

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