Si è riunita nel pomeriggio la commissione Difesa del Senato, alla quale ho relazionato sulla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, in riferimento all’anno passato, il 2008. In che termini interessa la Commissione alla quale partecipo? La Commissione Difesa ha competenza in relazione alla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) ed alla Politica europea di sicurezza e difesa (PESD. Per quanto attiene alla prima, ricordo, in sintesi, le iniziative volte a gestire crisi e processi di stabilizzazione nei Balcani (ed in particolare in Kossovo) ed in Georgia; la politica di attuazione stringente delle sanzioni per contrastare la politica nucleare iraniana; l’attenzione prestata alla situazione mediorientale e le iniziative volte alla pacificazione delle aree africane di crisi (rilevano, sotto questo aspetto, sia l’intervento di mediazione politica per stabilizzare la difficile situazione dello Zimbawe, sia l’operazione militare in Darfur nel contesto della presenza ONU).Il 2008 ha altresì visto un sostanziale rafforzamento dell’impegno europeo attraverso missioni civili e militari in grado di coprire un ampio spettro di interventi. Nel dettaglio, rilevo le nuove missioni avviate in Ciad e nella Repubblica centro africana, a largo delle coste somale (Atalanta), in Kossovo ed in Georgia. Ulteriori missioni concernono l’assistenza alle frontiere per il valico di Rafah, nella striscia di Gaza, il rafforzamento dello stato di diritto in Iraq, la formazione della polizia bosniaca, e di sostegno al governo Afghano.
Sul versante della difesa, l’Italia fornisce un contributo rilevante, sia in termini di personale che di materiali e sostegno finanziario, alla maggioranza delle missioni PESD in corso.
Per quanto attiene, invece, all’Agenzia europea della Difesa (EDA), si rileva che l’organo, dopo una fase iniziale finalizzata al consolidamento della propria struttura organizzativa, ha dedicato il 2008 alla definizione di politiche e di strategie ed all’avvio di diversi programmi di cooperazione congiunta. Spicca, al riguardo, il cosiddetto Piano di sviluppo delle capacità, cui l’Italia ha partecipato con rappresentanti dello Stato maggiore della Difesa e del Segretariato generale della Difesa.
Nessun commento:
Posta un commento