giovedì 12 novembre 2009

IN SENATO LA FINANZIARIA 2010


La Camera ha approvato all'unanimità la riforma della legge finanziaria 2010. I ‘sì’ sono stati 467 e solo due gli astenuti. Il documento lo staiamo ora esaminando al Senato. Il testo preso in esame, composto di soli tre articoli, è quello comprendente le modifiche apportate dalla Commissione; e torna oggi in aula per la terza lettura.
Una volta fissati i saldi finanziari, l'articolo 3 ha offerto l'occasione per illustrare una serie di proposte di modifica, presentate da senatori sia di maggioranza che di opposizione, volte a variare l'allocazione delle risorse disponibili. Alcune tematiche hanno formato oggetto di emendamenti di diversi Gruppi parlamentari, come quelli tendenti ad introdurre una cedolare sugli affitti del 20 per cento per i piccoli proprietari con conseguente possibilità di deduzione per gli affittuari, onde consentire nel medio periodo l'emersione del fenomeno degli affitti in nero, con prevedibile futuro incremento del gettito fiscale. Numerose anche le proposte in tema di Irap, di cui con diverse modulazioni si è proposto una riduzione immediata, eliminando dalla base imponibile la componente costo del lavoro per le imprese di persone fisiche, o almeno una sua riduzione progressiva ancorata a meccanismi di compensazione attivati da corrispondenti risparmi sulla spesa corrente primaria. Da parte della maggioranza, in particolare dai sen. Baldassarri e Valditara (PdL), si è sottolineata l'opportunità di trasformare parte dei cosiddetti fondi perduti in crediti d'imposta e di allocare maggiori risorse per sostenere le famiglie, per realizzare infrastrutture, per corrispondere alle necessità delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, per finanziare progetti di ricerca congiunti tra università e imprese, per assicurare l'erogazione di contributi all'editoria.
Durante la seduta di ieri, conclusasi alle 20.20, il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Vegas, pur condividendo le ragioni alla base di molte delle proposte avanzate ha rivendicato la prudenza e il realismo che ha caratterizzato l'azione del Governo nel corso della grave crisi economica in atto, atteggiamento che ha consentito di raggiungere apprezzabili risultati in termini di tenuta dei conti pubblici e soprattutto ha permesso, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi, di non utilizzare la leva della spesa, decisione che porrà l'Italia in condizione di intercettare prima e meglio la fase di ripresa dell'economia mondiale. Il rispetto di tale positiva linea di politica economica impone al Governo di non accogliere nessuno degli emendamenti presentati, neanche quelli che propongono una riduzione dell'Irap che peraltro resta un obiettivo che l'Esecutivo intende perseguire nel corso della legislatura.

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