
Sulle intercettazioni resta il muro contro muro in commissione Giustizia al Senato, con il centrosinistra che sembra impegnato non tanto a migliorare il testo, quanto a rinviarlo alle calende greche. La maggioranza, comunque, è intenzionata a licenziare il testo velocemente. I punti controversi restano gli stessi sui quali ci fu battaglia alla Camera, a partire dalle intercettazioni in un luogo privato, per le quali servirà fare leva sulla esistenza di gravi indizi di reato. Un altro elemento di contrasto è poi rappresentato dal divieto di registrare o filmare le conversazioni all'insaputa dell'interessato, che verrebbe punito con la reclusione fino a 4 anni e sul quale il centrosinistra non è d'accordo, perché impedirebbe, tra l'altro, alcuni servizi televisivi.
Ma il comma che fa più discutere è sicuramente la posizione dei giornalisti. L'opposizione ha presentato un emendamento che prevede la non punibilità per i giornalisti, mentre il senatore del PdL Longo ha proposto che il reato valga solo nel caso in cui della registrazione si faccia "un uso illecito". Rispetto al testo uscito dalla Camera, il centrodestra ha accettato di tornare dagli "evidenti indizi di colpevolezza" ai "gravi indizi di reato".
Concludo fornendovi dei dati: nel 2009 i telefoni sotto controllo sono stati oltre centoventimila, e oltre 11mila le intercettazioni ambientali. In totale, nel 2009, procure hanno spiato oltre 130mila "bersagli".
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