domenica 20 gennaio 2008

Riforma elettorale: strada in salita, si avvicina il referendum

Dopo l’ok della Consulta ai tre quesiti referendari la questione relativa alla riforma elettorale diventa argomento non più rinviabile; martedì prossimo al Senato arriverà in Commissione Affari Costituzionali la “famosa” bozza Bianco. Tale tipo di proposta prevede il sistema tedesco corretto, proporzionale nelle circoscrizioni con effetto maggioritario. In parole povere un sistema che è più proporzionale di quello tedesco e, soprattutto non avvantaggia affatto i grandi partiti Tutto ciò è profondamente diverso dalla base su cui avevano cominciato a discutere Berlusconi e Veltroni quando si erano incontrati e su cui c’era una certa intesa. Mi riferisco al cosiddetto “Vassalum” che rappresenta un sistema misto fra quello tedesco e quello spagnolo con uno sbarramento del 5%. Tale tipo di proposta premia i partiti più forti, quindi Forza Italia ed il Partito Democratico, ed ha l’effetto, in sostanza, di creare un sistema in cui ci siano due grandi forze politiche che prevalgano sugli altri. Ciò rappresenterebbe, finalmente, una novità importante nel nostro Paese con la tendenza all’aggregazione e la scomparsa dei piccoli partiti; piccoli partiti che ricordiamo condizionano l’operato dell’Esecutivo con percentuali di consenso ridottissime. A questo punto se non si riuscirà ad emendare profondamente quanto previsto dalla bozza Bianco ben venga il referendum che non deve assolutamente spaventare. Perché quando si da la parola ai cittadini può avere paura solo chi non ha fatto il proprio dovere e non vuole essere giudicato.
E qui mi sento di condannare chi sceglierà di non andare a votare e soprattutto, se ci saranno, quei politici che consiglieranno agli italiani di non andare alle urne. Sono coloro che temono di scomparire dalla politica italiana. Sono dell’opinione che il diritto di esercitare il voto sia sacrosanto e da esercitare sempre. Molto meglio esprimersi con un No ma contribuire al raggiungimento del quorum. E’ molto più leale e corretto. Non bisogna evitare il confronto rifugiandosi con l’astensionismo ma fare la giusta battaglia e provare a vincerla.Resto, comunque, dell’avviso che l’ideale sarebbe comunque trovare un accordo politico che coinvolga i partiti più rilevanti. Con uno sforzo comune per delle riforme che abbiamo il consenso più ampio possibile. Significherebbe, una volta tanto, dimostrare che si è avuto buon senso. Sarebbe un bel esempio per il nostro Paese.

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