martedì 15 gennaio 2008

Riforma Gentiloni Arma di Soppresione del Dialogo



Mai come in questo momento la situazione politica è delicata. Si sta giocando una partita decisiva sulla questione delle riforme ed i leader dei due maggiori partiti, Berlusconi e Veltroni, avevano iniziato a percorrere un cammino insieme che lasciava presagire un’intesa possibile. Si perché diciamo sempre che le riforme vanno fatte insieme, che le regole del gioco non si possono cambiare se non c’è l’accordo con l’altra parte. Ebbene una parte della sinistra, quella legata a Prodi, sta insistendo affinché il decreto Gentiloni, che dovrebbe modificare il sistema televisivo, venga affrontato quanto prima. La strategia in atto si può facilmente spiegare: c’è il tentativo di evitare che Veltroni continui a dialogare con Berlusconi, che finalmente si lavori in modo costruttivo. Prodi sa benissimo che trovata l’intensa sulla riforma elettorale altro non resterebbe che il ritorno alle urne con l’automatica fine del suo Governo. Sarebbe probabilmente troppo bello per i cittadini che potrebbero finalmente avere la possibilità di giudicare quanto fatto dall’esecutivo fino a questo momento. Ecco allora il gioco sporco, il tentativo di colpire il nemico, è questa l’ottica con cui la sinistra inquadra l’avversario politico, volendo approvare un decreto che è in sostanza un provvedimento anti Mediaset, un vero e proprio obbrobrio giuridico. Chi ripropone tale provvedimento sono i partiti piccoli che in realtà vogliono a tutti i costi bloccare una legge elettorale che dovrebbe prevedere uno sbarramento in maniera tale da consentire l’ingresso in Parlamento ai soli Partiti che hanno una presenza rilevante sul territorio nazionale. E’ impensabile, infatti, che partiti con percentuali da prefisso telefonico possano ricattare perennemente i Governi in maniera tale da condizionarne l’attività. I cittadini sono stanchi di avere a che fare con una miriade di piccoli partiti. E’ veramente insopportabile vedere nascere, in ogni momento, nuovi simboli che rappresentano in realtà un politico in rotta con il proprio partito che si porta dietro quattro amici. Il decreto che Gentiloni ha presentato è una vera e propria arma che viene sbandierata ogni volta che Berlusconi e Veltroni si avvicinano in questo difficile percorso delle riforme elettorali. Per fortuna sullo sfondo c’è il referendum e basterà attendere l’ok della Consulta, previsto per il giorno 16, e tutto sarà ancora più chiaro. Se l’accordo non si troverà saranno gli italiani a decidere e la cosa non ci dispiace affatto.

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