Quando parlo di una certa mentalità della sinistra che condanno fortemente potrei sembrare prevenuto. Ma non è così e non c’è giorno che passa che non mi confermi un’idea che ho della sinistra e che fa parte, a mio avviso, della cultura della sinistra. La questione che mi ha fatto tornare in mente il ragionare contro il nemico che fa parte della sinistra è quella sul voto disgiunto. Alcuni uomini di Veltroni stanno cominciando a ragionare sull’ipotesi che in alcune regioni, dove il Pd è dato per vincente, possa essere più utile votare per il Pd alla Camera e per la Sinistra Arcobaleno al Senato. In questo modo si cercherebbe di consentire alla Sinistra Arcobaleno di superare l’8 per cento indispensabile al Senato per avere seggi (la ripartizione in questo ramo del Parlamento ricordo è su scala regionale) togliendoli in questo modo al Pdl. Al di là di quello che può convenire fare – e sulle reali possibilità che un’operazione del genere possa produre gli effetti sperati, cosa di cui dubito fortemente, - mi sembra semplicemente allucinante che Veltroni faccia una campagna elettorale impegnata sul concetto del partito unico (che poi unico non è) e dall’altra parte cominci a ragionare nell’ottica di dare voti alla sinistra radicale solo perché questo potrebbe tornargli utile. E’ un modo indecente di fare politica. Sono le classiche strategie che, come riportavo prima, possono essere coltivate da chi fa politica in maniera contorta, dimenticando che il Pd si candida a vincere le elezioni non ad impedire a Berlusconi di governare.
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