mercoledì 7 maggio 2008

Le polemiche su AnnoZero

La solita manfrina: Santoro che viene convocato a viale Mazzini, il direttore generale Cappon che gli chiede spiegazioni sull’ultima puntata di AnnoZero il conduttore che si giustifica, il direttore generale che insiste sulle critiche, Santoro che prende atto delle contestazioni e giura che d’ora in avanti si comporterà come conviene a un dipendente del servizio pubblico televisivo, il decano dei consiglieri (Sandro Curzi) che chiede fermezza ma, al tempo stesso, minaccia fuoco e fiamme se “l’Azienda dovesse scucire fior di miliardi per agevolare qualche uscita dalla Rai”, il presidente del Consiglio di Amministrazione che insiste sui “danni incalcolabili” causati dalla trasmissione, gli altri consiglieri che preferiscono la “linea del silenzio”. E Maurizio Costanzo che dalla sua rubrica “Sussurri & grida” del Messaggero spezza una lancia a favore di Santoro che “ha dimostrato da tempo di saper fare questo mestiere”. Insomma come andrà a finire questa ennesima puntata della fiction di Santoro? Andrà a finire esattamente come tutte le altre vicende che da molti anni hanno avuto per protagonista l’ex europarlamentare: in una bolla di sapone. Con l’aggravante che la Rai, ricevute le finte scuse di Santoro, si troverà a gestire un personaggio ancor più ingovernabile, dotato di “licenza di uccidere” come ha dimostrato fino a oggi processando pubblicamente i suoi personali avversari e infliggendo loro, alla fine del pubblico dibattimento la “giusta condanna” mediatica. D’altra parte la Rai non può in questo momento politico sospendere la trasmissione: sarebbe un grande regalo per Santoro che ne approfitterebbe per gridare al martirio. Ma al tempo stesso l’Azienda non può far finita di niente, continuare a subire i soliti ricatti di Santoro. Il Consiglio di Amministrazione di domani, insomma, dovrà prendere qualche decisione importante, soprattutto imporre a Santoro il rispetto delle regole aziendali ed evitare che il suo programma AnnoZero diventi ogni volta di più una “zona franca”.

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