Alitalia-La crisi del sistema

Dopo la vicenda Alitalia, per il sindacato nulla sarà più come prima. L’isolamento in cui si è chiusa la Cgil rischia di condizionare anche le sigle che avevano sottoscritto l’accordo con la Cai. E mette a rischio non tanto i rapporti industriali, quanto il ruolo dei sindacati in quella che era -e la vicenda Alitalia ne ha segnato il funerale- un’idea di concertazione. Così come sarebbe erroneo cercare nell’attuale crisi economica qualche precedente storico, così la vicenda Alitalia segna la rottura di quello che era la tradizione negoziale fra le parti sociali.“Non sta cambiando il mondo: sta finendo un mondo”, dice Tremonti a proposito della crisi economica. Lo stesso ragionamento vale per il ruolo del sindacato. L’Alitalia ha fatto finire un mondo. O meglio la Cgil ha fatto finire un mondo, in quanto ha ridotto il peso specifico del sindacato in ogni futura trattativa. Il ruolo responsabile svolto da Cgil, Cisl e Uil nell’accordo sul costo del lavoro è un ricordo lontano. E la crisi del 1992-93 era decisamente inferiore all’attuale. Era una crisi interna, europea; oggi siamo in una crisi di sistema.Per queste ragioni, l’atto di responsabilità chiesto a tutti dal governo doveva essere più deciso. Invece, la Cgil -forse per ignavia di Epifani, che non ha saputo bloccare le frange estremistiche interne, come invece fece Trentin- quell’atto di responsabilità non l’ha fatto. Ed ha infranto il ruolo del sindacato. Insomma, ha rotto un equilibrio. E nel sistema di vasi comunicanti che sono le relazioni economiche, la debolezza in cui è caduto il sindacato non è un bene per il Paese.Il negoziato sul rinnovo dei contratti è iniziato. Non si può chiedere agli imprenditori -oltre a quelli che sono gli interessi di bottega- di difendere il potere d’acquisto dei lavoratori. Ed un sindacato più debole ha meno frecce nell’arco per poterlo fare.Per queste ragioni, la scelta della Cgil segna la linea di demarcazione fra le vecchie e quelle che saranno le nuove relazioni sindacali. Nulla sarà più come prima. E chi ci perde è il Paese, non solo l’Alitalia.