lunedì 3 agosto 2009

Comunità montane Vs Comuni di Vallata

Primo Perosa e' stato nominato Commissario straordinario alla Comunita' montana del Friuli Occidentale; Tiziano Tirelli alla Comunita' montana del Torre, Natisone e Collio; Gianni Verona alla Comunita' montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale; Giorgio Drabeni alla Comunita' montana della Carnia.

Lo scorso 30 luglio la giunta regionale ha nominato i commissari straordinari delle Comunita' montane del Friuli Venezia Giulia, in ottemperanza a quanto previsto nella legge di assestamento al bilancio regionale e in sinergia con l’indirizzo nazionale che prevede tagli alla Comunità montane e ai comuni penalizzati.
La scelta, coraggiosa dal punto di vista politico, ha suscitato critiche e perplessità; ha portato i sindaci a lamentarsi in consiglio regionale intimoriti che la soppressione delle comunità possa portare ad un futuro ancora piu’ grigio per la nostra montagna. Ritengo, al contrario, che l’operazione, oltre che dovuta nell’ottica di una razionalizzazione economica, possa riservare un futuro strategico o per lo meno piu’ strutturato e definito; con meno enti intermedi e piu’ operatività. L’abolizione delle comunità montane porterà all’Unione dei Comuni, processo giuridico già previsto dal nostro ordinamento regionale, ma dovrà introdurre una novità assoluta, e questa è la svolta sulla quale invito tutti a riflettere: il Comune di Vallata.
A mio avviso, questa super ente raccoglierà i comuni del territorio geografico di riferimento e sarà retto da un sindaco eletto dalla popolazione tra i sindaci del territorio che pertanto manterranno il loro ruolo di garanti delle peculiarità e ricchezze socio culturali che la montagna custodisce. Personalmente immagino che ciascun sindaco si presenti all’elezione con una propria lista che andrà a costituire l’organo esecutivo del nuovo ente. Quest’ultimo avrà un ruolo strategico per l’area: sarà impegnato nella lotta allo spopolamento, all’apertura di nuove sfide imprenditoriali, all’individuazione di scelte urbanistiche, alla valorizzazione di servizi e all’allocazione di risorse.
Gli enti locali invece, attraverso i propri amministratori, preserveranno le proprie peculiarità; garanzia che viene data dalla formula giuridica dell’Unione di Comuni e non dalla Fusione tra enti locali che rischierebbe di portare al processo inverso. Ma anche su questo aspetto mi auguro si possa aprire un dibattito concreto e non prevenuto su mere posizioni politiche.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Noto con estremo piacere che questo blog ha ripreso a vivere e mi auguro che possa diventare un "luogo" di incontro e di dibattito.
Sul tema proposto credo che l'idea del Comune di Vallata sia estremamente valida poichè concede alle popolazioni locali un potere di autogestione ed autodeterminazione importante, lontano dalle logiche delle nomine che spesso privilegiano i contatti politici più che la competenza. La cosa più interessante tuttavia della proposta è la garanzia che il Comune di Vallata concede alla salvaguardia delle tradizioni ed al rispetto delle necessità socioculturali delle popolazioni. Approvo pertanto la proposta e consiglio, nell'attuazione della stessa, particolare attenzione affinchè il principio democratico dell'elezione del sindaco di Vallata sia tutelato, garantito e protetto, e... auspico vivamente una scelta ponderata dei candidati...perchè alla fine saranno le singole individualità a decretare il successo della riforma.
Concludo con un sincero "in bocca la lupo" al Senatore per la sua nuova avventura...sperando che non si allontani troppo dalla sua amata montagna e regione!
Un vecchio amico.

Anonimo ha detto...

caro senatore,
le scrivo perchè condivido pienamente l'impostazione che Lei ha dato nel suo intevrento sulla soppressione delle comunità montane.
Mi permetto solamente di chiedere di far accelelrare quanto più possibile il processo che porterà all'Unione dei comuni. E' anacronistico e soprattutto dispendioso per tutte le comunità continuare a mantenere comuni di addirittura 400/500 abitanti.
Questo non significa dimenticare tradizioni e peculiarità del territorio, anzi significa maggiormente valorizzarle recuperando risorse e unendo le forze. in questo caso è proprio vero, l'unione farà la forza.
mandi

Rudi ha detto...

Caro Vanni,
devo riconoscere con piacere che la Giunta regionale ha avuto il coraggio di fare ciò che in tutta Italia si vorrebbe fare ma che non si ha avuto il coraggio di fare: superare le Comunità montane. Ciò non certo per far venire meno il servizio da esse reso, ma semplicemente semplificando ed ottimizzando con lo scopo non solo di risparmiare risorse (già di per sè apprezzabile) ma di migliorare l'efficacia dei servizi. Bravi!
Ora ci vorrebbe un passo in più...in termini di coraggio:
ambiti territoriali ottimali acqua e rifiuti da ricondurre in capo alle Province, aumentando efficacia e diminuendo i costi. Che ne dici?
L'amico Rudi XXXL (non è una sigla ...ma la mia taglia!)da Gorizia

Franco Baritussio ha detto...

Ora che il dibattito è aperto bisogna pur parlare del riordino istituzionale della montagna e, a tal riguardo, la proposta sulle “vallate” lanciata dal senatore Lenna è un importante contributo che spinge il ragionamento oltre gli schemi tradizionali.
Un punto di partenza interessante riguarda la grandezza e l’omogeneità delle aree proposte. Si tratta di dimensioni territoriali che racchiudono un bacino che va dai circa 4000 ai 7-8000 abitanti, massa critica importante per una gestione politico-amministrativa locale.
Non mi convince molto la figura del “supersindaco”. E’ positivo che sia eletto direttamente, ma la sua presenza, almeno oggi, è una sorta di sovrapposizione che non aiuta la semplificazione e rischia di accendere inutili campanili. Seguirei piuttosto il modello austriaco dove i piccoli comuni esistono, hanno loro dignità e autonomia, e fanno sistema con altri comuni per una corretta ed efficace gestione dei servizi.
Un principio fondamentale, troppo spesso trascurato, è quello della “pari dignità” rispetto alla qualità del servizio nei diversi comuni della regione. Qui entrano in campo dirigenti e responsabili del funzionamento dei servizi. Certi livelli apicali sull’organico i piccoli comuni non possono permetterseli. In ogni area omogenea, o “vallata”, potrebbero invece operare a scavalco fra i comuni interessati due dirigenti apicali, uno di area tecnica, l’altro di area finanziario-amministrativa. Essi dovrebbero garantire professionalità, qualità e omogeneità gestionale nei servizi dei comuni della vallata di riferimento. Non approfondisco qui modalità di formazione, selezione e assunzione di queste figure, ma una riflessione legata al comparto unico andrebbe fatta.
Lenna ha fatto molto bene a smuovere il ghiaccio. Fatti i commissariamenti, scattate le legittime proteste e le manifestazioni con tanto di “giro giro…Tondo”, è ora di mettersi a ragionare.
Franco Baritussio