martedì 9 novembre 2010

FINI, DIFFICILE SPIEGARE LA SUA EVOLUZIONE

Ieri sera ho partecipato al “Question Time” organizzato dal Pdl regionale. Presso la sede di viale Ledra, a Udine, erano presenti oltre ad alcuni consiglieri regionali anche amministratori, eletti e simpatizzanti interessati, nello specifico, a conoscere le direttive in materia di sanità che sono state illustrate dal Capogruppo in Consiglio regionale, Daniele Galasso.
Al sottoscritto sono state rivolte invece domande piu’ generali di caratura politica che sostanzialmente avevo esposto proprio ieri nel blog in riferimento al rapporto Fini Berlusconi e quindi sulla mia visione di un futura collaborazione tra Pdl e Fli.
Tra le varie domande, mi è stata richiesta un’analisi approfondita del cambiamento nell’atteggiamento di Fini, da cofondatore del Pdl a suo oppositore. Rispondere non è semplice anche perché ritengo che l’evoluzione del leader di Fli sia dettata anche da componenti che esulano dalla sfera politica e che non mi sono dati sapere. Diversamente, per quanto ho potuto cogliere ritengo che le difficoltà di dialogo tra i due leader siano nate quando Fini ha accettato di ricoprire il ruolo di terza carica dello Stato e si sia sentito contestualmente escluso dal Partito, un Partito che probabilmente procedeva su una visione non totalmente da lui condivisa e sulla quale non riusciva piu’ ad incidere radicalmente.
La staticità prodotta dal ruolo istituzionale assunto in qualità di Presidente della Camera ha probabilmente causato in lui un’evoluzione caratteriale ed una maturità politica che lo soffocavano come leader di Partito quale lui di fatto ha sempre voluto dimostrare di essere, al di là del ruolo istituzionale.
E quando in un leader si verificano evoluzioni o cambiamenti va da sé che si verificano delle ripercussioni sui fedeli e sulle persone in generale.
Ma questo è solo il mio parere, in risposta a quanto mi è stato richiesto ieri.

Nessun commento: