
L’intervista rilasciata dal Presidente di Confindustria Udine Adriano Luci nella quale lamentava ritardi rispetto alle nuove procedure messe in atto dalla Regione e contenute nella cosiddetta “legge anti-crisi” è condivisibile ed io per primo, come lui, mi auguro che la normativa ordinaria e non straordinaria preveda velocizzazioni e sburocratizzazioni.
Nello specifico, con la legge anti-crisi ed in seguito con le variazioni di bilancio 2009, la giunta regionale ed il particolare l’Assessorato all’Ambiente e Lavori Pubblici, da me all’epoca presieduto, ha varato una serie di misure volte a rispondere alle esigenze delle categorie economiche: velocizzare la burocrazia e snellire il sistema di finanziamento degli appalti pubblici. È stato creato un fondo di rotazione atto a finanziare ad un ente locale le spese di progettazione prima di erogare il contributo vero e proprio per una determinata opera e si sono dettate nuove regole per lo svolgimento delle gare per appalti sotto i 500 mila euro con procedure ristrette e veloci.
Purtroppo, però, lo stop è arrivato a livello nazionale: la norma nazionale in vigore impone l’obbligo del progetto preliminare ai fini del riconoscimento del contributo e pertanto il Governo ha impugnato le innovazioni introdotte dalla nostra Regione, ritardando l’effettiva “messa in funzione” dei meccanismi ad esse collegati.
Per risolvere velocemente l’empasse, è stata costituita una “task force” regionale formata dalla Direzione Ambiente e Lavori Pubblici, dall’Avvocatura Regionale e dal Segretario Generale e capitanata dal mio successore, l’Assessore Elio De Anna, per studiare le mosse che la Regione dovrà intraprendere per risolvere il contenzioso con il governo.
C’è da augurarsi che il Governo capisca la ratio ultima di questa iniziativa regionale e che la trattativa porti gli effetti sperati per evitare il ricorso alla misura estrema: l’abrogazione delle norme “impugnate” per non compromettere l’intero pacchetto anti-crisi.
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